Con Mercan Dede & Istanbul Quartet, venerdi 17 dicembre alle ore 21 presso la Sala Eventi del Palace Hotel di Matera riprendono gli eventi del programma “Cadmos, alla ricerca di Europa” avviati a suo tempo con l’iniziativa “Una porta sulla città, verso Matera2019”.
La serata di venerdi costituisce una anteprima sul “focus” che sino al 31 gennaio 2011 vedrà articolarsi un ricco programma di eventi e attività intorno alla città di Istanbul, Capitale europea della cultura per il 2010, da e verso la quale idealmente costruiamo un “ponte” attraverso il Mediterraneo per un incontro fra culture ed esperienze diverse in vista della candidatura di Matera a Capitale europea della Cultura per il 2019.
Gli eventi – che rientrano e sono finanziati attraverso il PIOT – Pacchetti integrati di offerta turistica “Matera e collina” vedranno avvicendarsi artisti del calibro di Sukran Moral, esperti e testimoni della realtà turca con iniziative e performances prodotte da associazioni, artisti e operatori culturali locali che saranno presentati al pubblico nei prossimi giorni secondo la doppia formula dei “FOCUS”, iniziative espressamente dedicate a Istanbul e alla Turchia, e “AROUND”, formula riservata alle attività collaterali per mettere in evidenza e promuovere la produzione culturale del nostro territorio.
Ma veniamo allo spettacolo di domani sera: Mercan Dede & Istanbul Quartet. L’appuntamento è per venerdi 17 dicembre p.v. alle ore 21 presso la Sala Eventi del Palace Hotel di Matera. Il folder-invito è scaricabile da questo link.
Mercan Dede è uno dei più importanti musicisti turchi contemporanei, artista capace di fondere tradizione e modernità: infatti il tradizionale flauto obliquo turco, il “ney”, è utilizzato e fonde i suoi suoni con i moderni campionatori, il clarinetto, il flicorno e le percussioni turche sono mixati con un dj set tipico delle atmosfere dei locali più “cool” di tutto il mondo. Impreziosisce e conferisce un ulteriore tocco di esotismo la presenza di una ballerina turca; anche qui tradizione e modernità: la mistica del sufismo del poeta Rumi, espressa dai celebri “dervisci rotanti”, viene reinterpretata adattandosi ai suoni “nuovi” di Mercan Dede.