Perché Restare è un monologo che invita a riflettere su alcune tematiche-simbolo della nostra epoca: dalle contraddizioni intimamente vissute, anche educative, che limitano l’essere se stessi, alle gabbie erette dal sistema socio-economico e culturale.
In scena, Ego ricorre a un racconto sostanzialmente psicologico e sociale, ma esteticamente poetico e ironico, delle sue relazioni con donne amate, così svelando un percorso di ridefinizione di sé e proponendo al pubblico uno sguardo oggettivo sulla realtà della Vita Vera, come egli stesso la definisce; una narrazione che apparentemente percorre vicende personali, ma che invece immediatamente è Storia di ognuno e di tutti, chiaramente riconoscibile; tanto che, di fatto, gli argomenti-simbolo toccati vanno dalla negazione dell’infanzia all’idea erotico-superstiziosa dell’esistenza, dal razzismo alle problematiche della mezza età, dal futuro dominato dalla manipolazione genetica al presente oppresso dalle disumane ragioni economiche.
Ma Ego è profondamente un clown: perciò l’interpretazione attraversa leggera e coinvolgente, senza traumi e tragedie, ognuno di questi percorsi spigolosi dell’esistenza umana; le parole non urlano, non feriscono, anzi: divengono un mezzo per giocare con l’ambiguità di significati e di significanti; e danzano anche arbitrariamente accostate come i colori di un caleidoscopio –mai meramente descrittive- per evocare immagini e concetti nascosti in fondo all’Io.