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Si è conclusa la prima residenza di artista, nell’ambito del preannunciato programma di eventi in preparazione alla candidatura. Maria Grazia Pontorno, video artist emergente, ha fatto la sua esperienza materana e in queste ore sta preparando tutto quanto necessario per l’evento di metà ottobre in cui presenterà alla città il suo lavoro e darà il via al nostro programma. Qui c’è il suo diario delle giornate passate a Matera e la galleria di immagini del backstage. Foto a cura di Francesca Zito e Enzo Epifania.
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I Sassi li sento nominare da quando sono bambina. Piovene ne parla diffusamente nel suo Viaggio in Italia, ho visto molti film che sui Sassi sono ambientati. Un mio caro amico di Matera me ne ha parlato, ma tutte le volte che si tornava sull’argomento e provavo a immaginarli i tentativi di ricostruzione mentale non andavano mai a buon fine. Per me Matera era un luogo del racconto, slegato dalla realtà, e per questo forse non mi sono mai riproposta di visitarla prima o poi, come si fa con altre mete.
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14 settembre
In viaggio per Matera mi rendo conto di quanto sia complicato raggiungerla. Non vi arriva il treno, l’unico collegamento diretto è un autobus che attraversa svariati paesini e che prevede un cambio, sul ciglio della strada, dove un altro bus con un nuovo autista attende i passeggeri. Capirò una volta giunta a destinazione che Matera è così proprio perché è difficile raggiungerla.
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15 settembre
La prima passeggiata sui Sassi mi fa capire che Matera non la puoi immaginare, devi vederla. E’ una città che si arrampica sulla roccia, scavata nella roccia. E’ primordiale e umana, preistorica e civile nello stesso tempo. Pensi sia lì da sempre, e comprendi perché molti registi l’hanno scelta per figurare paesaggi estinti da millenni.
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20 settembre
La Murgia è la madre di Matera. Dall’aspra campagna rocciosa lo sguardo passa al Sasso Caveoso, che pare aver addomesticato l’ostilità della pietra; sino al Barisano, perfetto equilibrio di natura e cultura. Un rapido movimento della testa racconta la storia dell’uomo, come nel cinema una panoramica.
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21 settembre
Vivere a Matera mi permette di recarmi ogni giorno tra i Sassi, e di scoprire sempre qualcosa di nuovo. Alcune chiese sembrano ricamate sulla pietra, e il passaggio dal cielo alla terra e al sottosuolo avviene repentinamente. Un continuo dislivello.
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22 settembre
Le idee sono tante, si potrebbe lavorare per anni. La pietra trasuda spunti, c’è da fare un lavoro di sintesi.
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23 settembre
Ogni muro e ogni scorcio è una potenziale location installativa. E’ davvero difficile fare una scelta, ogni sasso mi chiama. Penso che la città di Matera possa diventare una città luminosa.
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24 settembre
La visita al quartiere di Spine Bianche mi fa capire come la vita sociale dei Sassi si sia replicata e trasferita nella nuova architettura. Il passaggio alle nuove case non è stato traumatico ma ben condotto, e pare di vedere la scia del movimento umano che in questi quartieri ha trovato una felice continuità piuttosto che una rottura. E’ improprio parlare di sfollati; non è stato uno sradicamento, e lo si capisce solo visitando i quartieri e ascoltando i racconti. I vicinati si sono riproposti in una nuova chiave, i condomini non sono luoghi di isolamento, come accade in città, ma cortili verticali.
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25 settembre
La Murgia è un luogo sacro. Le chiese rupestri sono una risposta all’energia della natura selvaggia, catalizzata in rituali nascosti nelle grotte. L’anima della montagna ha suggerito forme ospitali per l’uomo. I Sassi hanno oggi una funzione diversa. Dall’esigenza primaria di tetto sono residenze ben ristrutturate, B&B, alberghi, ristoranti, meta di migliaia di visitatori ogni anno. Ma non hanno perso la loro autenticità.
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26 settembre
Lasciare Matera mi risulta difficile. Nei pochi giorni che vi ho trascorso sono entrata per quanto mi è stato possibile nello spirito del luogo; grazie anche alla splendida amicizia delle persone che ho conosciuto e frequentato. Ho avuto modo di parlare e confrontarmi; di passeggiare da sola; di leggere molto per via della pioggia incessante che mi ha costretto per ore a stare in casa, nel quartiere di Piccianello.
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A Matera, lo capisco a distanza di qualche giorno con la lucidità del distacco, non mi sono sentita una turista.